Una chiacchierata di well-essere con Giulia Penazzi.

Giulia Penazzi, Farmacista, Cosmetologa, Dottore di ricerca in Biotecnologia degli Alimenti e Specialista in Scienza e Tecnologia Cosmetiche, nonché (grande vanto per noi) super formulatrice della nostra linea. 

Giulia hai scritto un libro che è un inno alla bellezza senza età.

Vorrei inizare la nostra chiacchierata proprio da questo dal concetto di bellezza. 

(D) Perché well e non più anti aging? Cos’è cambiato o sta cambiando nel mondo della bellezza?

Partiamo dicendo che il termine anti-aging in realtà è stato creato dal marketing negli anni ’80, per vendere prodotti cosmetici alle donne non più giovanissime.

Da lì in poi, terminologie quasi militaresche come anti, combattere, oppure contro, sono state associate ai segni dell’invecchiamento e hanno iniziato a dilagare ovunque.

In più, in questi ultimi anni si sono affinate le tecniche di chirurgia estetica e molte persone abituate ad un’immagine di bellezza giovanile ne hanno approfittato fino a farlo diventare un fenomeno quasi surreale ritrovandosi con un volto in alcuni casi completamente sfigurato.

Di fronte a questi visi con connatati decisamente “eccessivi” si è formato un movimento di persone più legato al naturale e quindi propenso all’accettazione di sé compresi i cambiamenti che avvengono naturalmente nel corpo e nel viso negli anni.

E in questo movimento culturale si stanno riconoscendo sempre più persone, tra cui personaggi famosi dello spettacolo e non, come Andie MacDowell, Meryl Streep,la Principessa Carolina di Monaco, che iniziano a rifiutare cammuffamenti eccessivi e interventi invasivi.

Si è passati quindi da un atteggiamento “anti aging”, che esprime un totale rifiuto dell’invecchiamento cutaneo quasi che invecchiare sia una colpa della persona e non una parte normale dell’esistenza, a un comportamento più morbido definito “well aging”, che comporta una accettazione del cambiamento come naturale aspetto della vita.

 

(D) Il fenomeno sempre più dilagante delle star hollywoodiane e non che si mostrano così come sono, con i capelli grigi, la pelle con melasma, acne etc è secondo te configurabile come trascuratezza oppure come affermazione di una bellezza naturale e imperfetta in barba alle convenzioni sociali?

Mi ricollego alla risposta precedente, ovvero questa accettazione del cambiamento è sempre più diffusa tra i personaggi famosi che si mostrano con dignità per come sono realmente senza più sfigurarsi o cammuffarsi per nascondere l’età che avanza.

Ma attenzione, non si tratta di una accettazione passiva, bensì attiva, ovvero si cerca negli anni di curarsi al meglio per mantenere il più possibile bella e luminosa la pelle nel tempo. 

(D) In “Invecchiare non è una colpa” promuovi buone pratiche di benessere per il well-aging  oltre che di skincare.

Potresti provare a riassumere in pillole una strategia di well-aging per chi vuole cambiare approccio al tempo che scorre (noi come sai adoriamo la sweet age tipica della nostra amata Maremma) e ancora non avesse (pochi!) ancora letto il libro?

L’approccio al well aging è a 360 gradi nella cura di sé e alla base possiamo trovare il concetto di rispetto per il proprio corpo in generale e quindi attenzione all’alimentazione, al movimento fisico, alle ore di riposo, alla corretta gestione dello stress e soprattutto è un invito a evitare gli eccessi in tutti gli aspetti della vita. 

C’è una frase che mi ha molto colpito nel libro: “…(…)… la pelle non ha passato, presente e futuro separati, ma un unico presente che dura tutta la vita…(…)…” 

(D) Ecco l’argomento che tutt* credo stessero aspettando: foto e crono invecchiamento si possono davvero prevenire con la cosmesi?

Questa è la mia frase cult, la scrivo sempre proprio perché qui sta il segreto del well aging.

La pelle ha una memoria e tutto ciò che le facciamo vivere, o subire, ad esempio in caso di eccesso di esposizione al sole e scottature, ce lo portiamo dietro negli anni e quindi il concetto di well aging coinvolge non solo tutti gli aspetti della vita dall’alimentazione allo skin care al movimento fisico, ma tutta la vita, a partire dal primo periodo dell’età adulta in poi.